Prorogata la grande mostra di Antonio Ligabue a Parma

Soddisfazione tra gli appassionati d’arte: la rassegna “Ligabue e Vitaloni. Dare voce alla Natura” sarà visitabile a Parma per tutta l’estate, fino al 29 agosto 2021.

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Parma si è riappropriata di un nuovo spazio espositivo, nel cuore della città ducale, all’interno del cinquecentesco Palazzo Tarasconi, e continua ad ospitare “Ligabue e Vitaloni. Dare voce alla Natura” grande mostra dedicata ad Antonio Ligabue, uno degli autori più geniali e originali del Novecento italiano. A causa dell’emergenza coronavirus, la rassegna inizialmente visitabile fino a dicembre 2020, è stata poi prorogata al 29 agosto 2021.

 

83 dipinti e 19 sculture in mostra

L’esposizione, ideata e realizzata da Augusto Agosta Tota, Marzio Dall’Acqua e Vittorio Sgarbi, presenta 83 dipinti e 4 sculture di Ligabue, capaci di analizzare i temi che più hanno caratterizzato la sua parabola artistica, dagli autoritratti, ai paesaggi, agli animali selvaggi e domestici. Il percorso prevede, inoltre, una sezione con 15 opere plastiche dello scultore milanese Michele Vitaloni, che condivide con Ligabue una particolare empatia verso il mondo naturale e animale.

La rassegna è organizzata dal Centro Studi e Archivio Antonio Ligabue di Parma, inserita nel calendario di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020-21, con Fidenza Village come partner ufficiale dell’iniziativa.

“La rassegna – ha sottolineato Augusto Agosta Tota – presenta i capolavori di Ligabue, affiancati dalle sculture di Michele Vitaloni, suo epigono contemporaneo, entrambi attratti dal mondo della natura, degli animali selvatici e della loro forza vitale. Una mostra insieme affascinante e ricca di spunti di riflessione molto attuali che darà modo al pubblico di scoprire un nuovo e suggestivo spazio espositivo, nel cinquecentesco Palazzo Tarasconi, nel cuore della città ducale”.

 

L’attenzione al mondo naturale e animale

Un nucleo importante di opere è dedicato al mondo naturale, in particolare al regno animale; sia a quello della bassa padana, ambientato in una quotidianità di duro lavoro nei campi (come nella tela Aratura del 1961), o di semplice vita agreste (come nel dipinto Cortile del 1930), ma anche e soprattutto a quello selvatico, dove protagonisti sono tigri, leoni, leopardi, iene, che Ligabue prima studiava sulle pagine dei libri e poi dipingeva, identificandosi con loro a tal punto da assumerne gli atteggiamenti: Ligabue, infatti, ruggiva spaventosamente e imitava le movenze nell’atto di azzannare la preda.

 

Le affinità artistiche di Ligabue e Vitaloni

“A Palazzo Tarasconi a Parma – ha scritto Sgarbi nel catalogo di mostra – si consuma lo scontro tra Antonio Ligabue, presente e vivo davanti a noi, e Michele Vitaloni, nato due anni dopo la morte di Ligabue. Augusto Agosta Tota, che è vissuto abbastanza da averli visti entrambi attivi, li mette uno a fianco dell’altro e ne scopre affinità che non sono soltanto determinate dalla identità dei soggetti, soprattutto animali selvaggi, leoni, tigri, leopardi, ma da energia, animazione, vita. Ne consegue, nel motivato confronto, che gli animali di Ligabue sono vivi, non dipinti. Vitaloni li riproduce per esaltarne la bellezza.”

La rassegna è dedicata alla memoria di Flavio Bucci, l’attore scomparso l’anno scorso, che, con la sua indimenticabile interpretazione, aveva dato volto ad Antonio Ligabue, nel film diretto nel 1982 da Salvatore Nocita.

 

www.fondazionearchivioligabue.it

 

Lamberto Mazzotti