Le suggestive sale di Palazzo Pallavicini in via San Felice 24 a Bologna ospitano fino al 26 gennaio 2020 un’importante esposizione dedicata all’artista colombiano Fernando Botero.
Il corpus della mostra
La mostra a cura di Francesca Bogliolo in collaborazione con l’artista, è costituita da 50 opere uniche, mai viste prima nel capoluogo emiliano, comprendenti una serie di disegni realizzati a tecnica mista e un pregiato insieme di acquerelli a colori su tela.
L’esposizione, articolata in sette sezioni, rispetta i temi cari all’artista e pone la sua attenzione all’occhio poetico che questi è capace di posare sul mondo, regalando una bellezza fatta di volumi abbondanti, colori avvolgenti e iconografie originali. Un visionario inno all’esistenza che approfondisce il disegno inteso come fondamento della forma, primario e imprescindibile strumento di bellezza.
La varietà dei soggetti
Tra i soggetti selezionati compaiono personaggi legati alla tauromachia e al circo, silenti ed equilibrate nature morte, delicati nudi, personalità religiose, individui colti nella propria quotidianità: una rassegna visiva che tiene conto dell’intensa ricerca visiva di Botero, tesa all’affermazione del suo caratteristico linguaggio.
Libertà creativa e monumentalità rappresentano il fil rouge dell’esposizione, il cui allestimento è stato progettato con l’Accademia di Belle Arti di Bologna diretta dal prof. Enrico Fornaroli e realizzato in collaborazione con il Biennio specialistico in Scenografia e allestimenti degli spazi espositivi e museali.
Il personalissimo stile di Fernando
Nato nel 1932 a Medellin in Colombia, Fernando Botero è considerato l’icona dell’arte sudamericana ed è apprezzato in tutto il mondo per il suo personalissimo stile con cui trasforma ogni aspetto della realtà, aumentando “le qualità fisiche” delle figure e esaltando la pienezza delle forme.
Inizia a dipingere da adolescente, ispirandosi all’arte coloniale precolombiana e spagnola. Viaggia per l’Europa e giunto in Italia si reca ad Arezzo per vedere Piero della Francesca, poi a Ravenna e a Venezia. Nel 1960 si trasferisce a New York e trascorre gli anni successivi anche tra la Colombia e l’Europa. Nel 1973 si trasferisce a Parigi, realizza a Bogotà la sua prima grande antologica e inizia a lavorare alle sue celebri sculture. E’ protagonista di importanti mostre in Europa, Stati Uniti, Giappone, Russia. A partire dagli anni ottanta il boterismo si afferma a livello internazionale e l’artista diventa un personaggio chiave del panorama artistico contemporaneo.
Palazzo Pallavicini, dimora regale
Edificato nel XV secolo e appartenuto a diverse famiglie nobiliari, il palazzo si sviluppa su una superficie di circa 2000 mq. Ornato da incredibili affreschi e splendidi stucchi, fu ristrutturato nel 1680 e presenta uno scalone monumentale d’ingresso perfettamente conservato.
Il palazzo è stato un’importante corte europea e la dimora del conte Gian Luca Pallavicini, condottiero e ministro di Carlo VI d’Asburgo e di sua figlia, l’imperatrice Maria Teresa d’Austria, madre di Maria Antonietta. Nella Sala della Musica, il 26 Marzo del 1770, si esibì un giovanissimo Wolfgang Amadeus Mozart.
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