Vito interpreta Molière: che allegria in palcoscenico!

Debutto positivo e pioggia d’applausi per la Prima nazionale della commedia “Il Borghese Gentiluomo”, inno al teatro comico che ha conquistato il pubblico reggiano.

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Grande successo al teatro di Fabbrico (RE) per la Prima dell’esilarante commedia “Il Borghese Gentiluomo” da Molière. Vito e la giovane compagnia di Nove Teatro, con la regia di Gabriele Tesauri, hanno conquistato il pubblico con una prosa leggera, ma piacevolmente coinvolgente. Che bello vedere all’uscita tanti visi sorridenti! Credo che qualche pennellata di sana e spensierata allegria farebbe solo bene all’interno degli attuali programmi teatrali, spesso inchiodati sui temi del socialmente corretto.

 

La trama della Commedia

Nella Francia di Molière la società è composta da popolo e nobiltà, due fronti rigidamente separati. Nella seconda metà del 1600 inizia però a crescere e a prosperare la nuova classe sociale della borghesia. In questa commedia satirica ad essere messa sotto osservazione è proprio la figura del borghese, ovvero il commerciante arricchito, che pieno di comica ambizione aspira all’irraggiungibile nobiltà. Scrivendo quest’opera Molière non intende criticare la sua epoca, piuttosto desidera raccontarla con coinvolgente ironia. Monsieur Jourdain, il protagonista, viene sfruttato e ridicolizzato da una schiera di improbabili professionisti che approfittano della sua ingenuità. Dopo più di tre secoli “Il borghese gentiluomo” non ha perso nulla della sua vis comica.

 

Inno al Teatro Comico

“Per la prima collaborazione tra la nostra compagnia e Vito – ha dichiarato il regista Gabriele Tesauri – abbiamo scelto un testo che possiamo definire un “inno al teatro comico”. Lo abbiamo fatto con la volontà di reinterpretare una commedia classica attraverso l’abilità degli interpreti, mantenendo fede alla volontà di Molière di divertire il suo pubblico attraverso l’osservazione e lo svelamento delle piccole ipocrisie che appartengono a quella borghesia, nella quale oggi ci riconosciamo.

Alla base di questo progetto c’è dunque la volontà del divertimento da parte degli attori di interpretare questi personaggi senza tempo, il divertimento da parte della regia di ricostruire un testo rendendolo più vicino alla sensibilità contemporanea senza snaturarlo nella sua forza comica, e il divertimento da parte del pubblico nel riscoprire la qualità di una macchina teatrale che resiste dopo quattro secoli dalla sua scrittura originale”.

 

Lamberto Mazzotti