Alla Scoperta dei migliori Sapori della “Romagna Autentica”

Viaggio d'autunno per Gourmet tra otto vallate dell’Appennino romagnolo alla ricerca di vecchie tradizioni ed esperienze enogastronomiche da ricordare.

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Il Colombaccio di Gorini.

Il territorio dell’Alta Romagna, che, alle spalle della riviera adriatica, sale verso l’Appennino, è una terra sorprendente e ancora poco conosciuta, ricca di valori artistici, ambientali e turistici, in particolare le sue eccellenze enogastronomiche, che, proprio in autunno, offrono ai buongustai un’offerta di specialità, unica per gusto e sapore.

Panorama dell’Alta Romagna.

Le 8 vallate di Cesena, Forlì e Faenza

Partendo dalla via Emilia, si possono percorrere alcune delle otto vallate del Faentino, Forlivese e Cesenate, che rientrano nel progetto di marketing e promozione del territorio del Gal “L’Altra Romagna” e Visit Romagna, denominato “Romagna Autentica” che punta a valorizzare, in chiave turistica, le aree interne della Romagna.

Da Cesena, il racconto dell’entroterra comincia da Sogliano al Rubicone e dalle sue grotte, dove nasce il Formaggio di Fossa Dop, celebrato per tutto il mese di novembre con una sagra che accende le vie del borgo fra eventi e degustazioni.

Nella vicina Montetiffi, è possibile poi assistere alla creazione di una teglia (il testo di terracotta) per cuocere la piadina presso il laboratorio di Maurizio Camilletti, l’ultimo artigiano tegliaio in attività.

Si parte da Roncofreddo

Per la cena si può optare per l’Osteria dei Frati di Roncofreddo – imperdibili la selezione di formaggi e il Cremoso al Mascarpone con Gelato al Caffè e Cialda al Cacao – e pernottare nell’accogliente Palazzo Gessi di Borghi.

L’indomani, lasciata la valle del Rubicone si va a Mercato Saraceno sulle tracce del “Famoso”, un vitigno autoctono, riscoperto proprio in Altosavio e diventato uno dei bianchi più originali della Romagna, insieme ai classici Albana e Sangiovese. Ce l’ha fatto conoscere e apprezzare Silvia Casali, enologa preparata e valente “azdora” dell’omonima cantina, che coltiva 25 ettari di vigneto in agricoltura biologica e sostenibile, rispettando la natura e salvaguardando la biodiversità.

Quel “geniaccio” di Gianluca Gorini

Risalendo la valle del Savio, una tappa d’obbligo è la locanda “Da Gorini” a San Piero in Bagno, dove Gianluca Gorini propone una cucina davvero speciale, che unisce sapientemente creatività gustativa e valorizzazione delle produzioni locali.

La sua proposta di menù con Battuta di Cervo, Miele di Tarassaco, Bergamotto, Aneto e Caffè; Coniglio in Tegame, Patate alla Cenere, Nocciola e Rosmarino fritto; Cappelletti ripieni di Formaggio di Bufala, Fichi e Maggiorana; Colombaccio scottato alla Brace, Cozze e Fiori di Finocchio; Zuppa Inglese “daGorini” è stata entusiasmante a conferma dell’indubbio valore dell’autentica Cucina d’Autore.

Passati i tornanti del Passo del Carnaio si arriva nella Valle del Bidente, a Civitella di Romagna, per una visita a vivaci realtà vitivinicole, come “I Poderi dal Nespoli” e la partecipazione a un simpatico laboratorio di piadina romagnola e di tortello alla lastra, una specialità “povera” della Romagna Toscana, presso l’agriturismo Camporosso.

Alla Campanara, non ci si alzerebbe mai da tavola…

Si termina “con i piedi sotto la tavola” alla famosa “La Campanara” di Galeata, dove Alessandra Bazzocchi e Roberto Casamenti propongono una cucina basata sul recupero della tradizione delle ricette, interpretando quel patrimonio di saperi e sapori tramandato da generazione in generazione. Rimanendo sul leggero e disquisendo simpaticamente con Roberto, abbiamo assaggiato il Pancotto, la Piadina fritta con lo Squacquerone, delle indimenticabili Polpettine fritte, i “famosi” Cappelletti dell’Expo, le Tagliatelle con Finferli e Prosciutto, uno squisito Capretto al Forno e l’originale Zuppa Inglese “Paciareda.

Pernottamento nelle caratteristiche camere della stessa locanda.

Portico è il regno del tartufo

Si prosegue nella valle del Montone con visita a Dovadola al forno Cappelletti e Bongiovanni e a Portico di Romagna con un’esperienza tipicamente autunnale: la ricerca del pregiato tartufo bianco in un bosco poco lontano, in compagnia di una truffle trainer e di un simpatico e abile cane lagotto Nebbio, che si è fatto valere, scovando diversi profumatissimi esemplari del pregiato fungo ipogeo.

A base di tartufo è anche il pranzo in un ristorante cult come Il Vecchio Convento a Portico, fondato da Giovanni Cameli e oggi condotto dal figlio Matteo, che interpreta i prodotti dell’Appennino con grande personalità. Da non perdere, l’Uovo soffiato con Formaggio di Fossa e Tartufo Bianco, i Cappelletti di Pernice con il Tartufo Bianco e la Tartare di Cervo alle Gemme di Bosco. Al termine, la visita del caratteristico borgo appenninico con il castello, la Pieve di S. Maria e il suggestivo Ponte della Maestà sul torrente Montone.

Case di Portico lungo il Montone.

Per la cena spostamento a Castrocaro per un’esperienza gastronomica assai originale presso Essentia, con le proposte di Andrea Giacchini, che giocano, come suggerisce lo stesso nome del locale, con l’essenza degli ingredienti e la creazione dei piatti. Meritano una menzione i Tagliolini di Strozzapreti con Burro affumicato, Vaniglia e Parmigiano e il Cappello del Prete, Chimichurri alle Alghe e Cime di Rapa.

L’atmosfera “magica” di San Ruffillo

Per il pernottamento, si può optare a Dovadola per la suggestiva Corte San Ruffillo, l’agriresort di Sara Vespignani, uno spazio, immerso nella natura e lontano dal tempo: un rifugio per coccolare l’anima e i propri desideri.

La piscina di Corte San Ruffillo a Dovadola.

Per chiudere, un tuffo nella valle del Lamone per conoscere l’unicità dell’olio d’oliva di Brisighella, prima DOP italiana di extravergine, coltivato in uno degli scenari più suggestivi della Romagna. Alla “Terra di Brisighella” abbiamo approfondito la cultura olearia e conosciuto alcune eccellenze, come il Nobil Drupa e il Pieve Tho.

Degna conclusione del viaggio in Alta Romagna, la visita all’agriturismo faentino Trerè, produttore di vini e di altre eccellenze del territorio, oltre che ristorante e locanda.

Al termine del nostro tour, l’intento di Visit Romagna di far conoscere “dal di dentro” le 8 vallate romagnole, coinvolgendo i visitatori in esperienze di particolare suggestione, uniche nel loro genere, all’interno di un territorio ricco di storia, natura, tradizioni ed enogastronomia, ci sembra pienamente raggiunto… tanto che non vediamo l’ora di ritornare!

 

www.romagnautentica.it

 

Lamberto Mazzotti